Il riccio


Per chi l'ha già capito, 'Il Riccio' è tratto dal libro di Muriel Burbery 'L'eleganza del riccio' del 2006. Il film è uscito nel 2009 è diretto da Mona Achache e ha come protagonisti Josiane Balasko nei panni di Renée Michel e Garance Le Guillermic, in quelli di Paloma.
E' ambientato a Parigi, in una palazzina di sontuosi appartamenti, dove vive Paloma, ragazzina di 12 anni. Paloma esordisce nel film spiegando di volersi suicidare perché non vuole diventare, crescendo, come i suoi odiati genitori, che paragona a pesci in una boccia d'acqua, a persone che vivono la vita di riflesso, chiusi in una realtà che non è vera. Attraverso gli occhi/occhiali e la videocamera regalatale dal padre, Paloma ci mostra i curiosi avvenimenti della sua vita e i personaggi che popolano la palazzina dove vive. La madre che parla con le piante, annaffiandole ogni giorno per 3 ore imbottendosi di pillole antidepressive e psicofarmaci; la sorella che anela alla perfezione e il padre completamente dedito al lavoro.Tra le varie curiosità, Paloma resta affascinata dalla portinaia Renée, donna di 54 anni, che vive sola, col gatto, nel modesto appartamento accanto all'entrata della palazzina; una donna che si nasconde nell'umiltà del suo mestiere per non affrontare la profondità della sua essenza, cosi radicata ai romanzi da lei tanto amati, come quelli di Tolstoj. Questa donna cosi trasandata, sovrappeso, burbera e scostante conquista in breve l'indole curiosa, solitaria, cinica e sconvolgentemente intellettuale (per l'età), di Paloma che poco a poco le si avvicina e riesce a instaurare con la donna, un legame più intimo di quanto ci viene mostrato con le semplici immagini. Non pensate male! Non intimo in quel senso! Le due, seppur distanti generazioni l'una dall'altra condividono un mondo e un modo di vivere e di concepire la vita, che le accomuna enormemente. Le loro somiglianze vengono poi messe in risalto dall'arrivo del signor Ozu, ricco giapponese, che sin dal primo istante in cui fa la conoscenza di Renée percepisce nella donna uno spessore morale non comune, che la fa velocemente slittare ai suoi occhi, dal mestiere di portinaia. Lui ne resta come incantato e con l'eleganza e lo charme tipico degli orientali, comincia a corteggiare Renée riuscendo ad ottenere un invito a cena e un pomeriggio insieme. E' qui che la donna comincia a sciogliere il suo cuore gelido e ad aprirsi, con gioia e dolore, alla vita e all'amore; è qui che guardandosi allo specchio, con un nuovo taglio di capelli e un vestito nuovo scatta lo sguardo di chi dice: 'Ecco, posso anche io essere come la protagonista di quei romanzi; anche io posso essere amata'. Paloma intanto comincia a scansare l'dea del suicidio, perché trova finalmente dei motivi per cui vivere, delle relazioni per cui vivere. Si può tranquillamente dire che la bambina e la signora si rappresentano a vicenda; come se fossero l'una l'immagine in uno specchio del tempo, dell'altra, dove Paloma si vede tra molti anni e Renée si rivede.
Un film che vale la sua visione, che merita ascolto e attenzione, perché avanti e attuale al medesimo tempo. Seppure ho odiato Paloma con tutta me stessa, per il suo modo di fare arrogante e presuntuoso, il suo personaggio è poi sbocciato e ha lasciato intravedere la bambina che in sostanza è. Intrigante l'interpretazione della Balasko e assolutamente toccante quella di Togo Igawa, che interpreta il signor Ozu.

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