NON SENTO DI LAMENTARMI PER LA PIOGGIA...


Non sento di lamentarmi per la pioggia.
A Roma c'è il panico, è vero ... ma non mi agita.
E' stato quasi bello scendere alla banchina della metro di Valle Aurelia, anticipata dal suono dell' acqua scrosciante.
Sembrava avessero deciso, in una notte, di rendere l'intera città un'enorme Spa!
Quella parete d'acqua alla banchina, ha reso la mia mattina più morbida; 
ha addolcito la vita metropolitana, calmato la gente, quasi;
ha come creato un vasto spazio tra il tutto e noi e noi e il tutto.
... E solo con "la sua voce" e quel suo lieve scintillare, alla fredda luce della plafoniera.

La città è rimasta a casa oggi,
c'è molta meno folla intorno e non si capacitano, i venditori di ombrelli, perché io non accetti di comprarne uno. 
Mi guardano sgomenti, ringraziarli e tirare dritta, coperta solo dal cappuccio del mio giaccone, mentre lascio che quella sorta di "sosta infra- temporale", permei le mie ossa.


E cammino con meno fretta,
non sono atterrita dall'idea di dover raggiungere la mia meta.
Mentre gli altri quasi mi caricano, con gli ombrelli aperti davanti, a mo di scudo, io li glisso e vado avanti ... fluida. 
Non mi toccano.
Sarà che c'è per forza di cose meno contatto visivo, 
meno contaminazione di negatività, 
meno pesantezza;
sarà che quando gli occhi di molti sono al suolo, la città sembra alzarsi ritta in tutta la sua interezza. 

E' solo acqua e l'acqua passa.
I fiumi si abbasseranno, 
le banchine s'asciugheranno.
Tornerà la calca per le strade e i soliti pensieri nelle teste.

Godiamoci questa sosta d'acqua.
Ascoltiamo la sua musica;
lasciamo che ci accompagni...


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