Conferenza Stampa Inti Illimani, dove cantano le nuvole

La proiezione finisce 79 minuti dopo e l’atmosfera è serena, ma vibrante di energia vitale. La gente si stiracchia e c’è chi cerca di metabolizzare quanto ha visto; c’è poi chi sbadiglia e chi come me, con gli occhi lucidi non vede l’ora di saperne di più, sui retroscena della pellicola. Sul tavolo di fronte a noi sfilano i due registi, Francesco Cordio e Paolo Pagnoncelli, il Presidente della Distribuzione Indipendente Giovanni Costantino e Boris Sollazzo giornalista di Liberazione. Partono le prime domande circa l’intento che i due registi volevano trasmettere con il film, se far ruotare il tutto sul piano prettamente politico o se avevano un’altra idea e questi evidenziano quanto il loro scopo fosse invece quello di mostrare a tutti, gli Inti- Illimani attraverso la loro musica e il suo effetto sulla gente. Intento che arriva chiaro, se si ripensa alle registrazioni video che hanno composto e arricchito la pellicola, alle inquadrature mirate sui volti commossi e partecipi della folla sotto ai palchi, o delle interviste dirette fatte a questa folla, sul loro parere sul gruppo. Il tratto popolare degli Inti- Illimani arriva rafforzato anche quando Giovanni Costantino comunica che la band agisce anche sul piano economico e gestisce i loro guadagni, come una Cooperativa; spartendo il tutto in base al consenso popolare. Nei quindici anni in Italia poi, la band ha lavorato moltissimo arrivando quasi a eguagliare la produzione e il successo dei Pink Floyd e nel 2004, Horacio Duran forma un altro gruppo degli Inti- Illimani, chiamati ‘Inti- Illimani Historico’ sottolineando la concezione del gruppo con i componenti storici, appunto e scostando cosi da se, l’idea di variegare la formazione che hanno invece appoggiato i fratelli Coulon. Tuttora i due “filoni” lavorano senza però incontrarsi mai, forse chissà, per ben distinguersi gli uni dagli altri e per permettere cosi di assaporare al pubblico, “più gusti del medesimo frutto”.


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