BLOODLINE


Sandra e Marco vengono messi con le spalle al muro dal loro capo e per non perdere il posto accettano di girare un servizio sul backstage di un film porno. Cosi eccoli in una grande casa in campagna con il cast del film e il regista, che cominciano a verificarsi una serie di casi strani, omicidi e sparizioni e Sandra si ritrova a confessare un segreto che le pesa sul cuore da anni, da ben 15 anni. Fu proprio in quella casa, infatti, che scomparve la sorellina gemella di Sandra, Giulia, legame di cui le è rimasto solo un ciondolo a forma di mezzo cuore e infinito rancore per il suo assassino, Il Chirurgo. Ad accentuare il tutto, alcune sempre più frequenti apparizioni di Giulia a Sandra e l’inspiegabile ritorno in vita dei corpi trucidati dall’omicida. Il gruppo viene falciato e lentamente si disgrega, mettendo a nudo le varie personalità in cui nessuna è omessa. C’è il superstizioso extracomunitario, il coraggioso muscoloso, la sexy e belloccia, la timida e ingenua, il folle squinternato e altri. Le scene sono abbastanza veloci e sostenute da una buona suspance, perché in Bloodline, davvero tutto è possibile! Il trucco e le musiche, i colpi di scena, il sangue e gli effetti speciali sono notevoli e cosa importante: c’è la giusta dose d’ironia che alleggerisce il tutto. Perché il film infatti è più che consapevole delle sue pecche; dei suoi stereotipi antichi, come la camicia da notte più che ottocentesca addosso a una bambina dei giorni nostri, del finale un po deludente rispetto alle potenzialità e ai presupposti, della recitazione di alcuni attori, decisamente poco convincente, ma il fatto di presentarsi come un film umile e consapevole lancia il coraggio col quale si è imposto nel panorama cinematografico, come barlume di speranza. C’è gente che ama il buon cinema, che ne è appassionata e che cerca, con i propri mezzi di mostrarlo, di risvegliare le menti e di dire ‘Ehi, ragazzi, si può fare! Ci vuole pazienza e coraggio, ma si può fare e può essere meritevole la cosa!’. Tutto questo arriva, come arriva il bisogno di perdono, amore e pace, per un mondo in cui tutto questo è mera utopia. La metafora che penso più si addica a un film come Bloodline è certamente quella di un uomo umile e modesto che mostra con serena ironia i suoi tesori più preziosi; molti occhi li troveranno di bassa qualità o addirittura insufficienti, ma ci saranno certamente occhi che resteranno commossi e col cuore accetteranno quei doni. Bloodline ha spessore, uno spessore forse acerbo e non totalmente espresso, ma ce l’ha e merita quella giusta dose di spessore di volontà per andare a vederlo.


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