LABIRINTO DI PASSIONI


Una Madrid del 1982 spogliata da tutti i pudori che vivono di giorno. La pellicola di Pedro Almodovar (dove fa la sua prima comparsa Antonio Banderas), non poteva non essere chiamata: 'Labirinto di passioni'.
Nello scenario, due protagonisti indiscussi: Sexilia e Riza Niro.










La prima è una ninfomane bisessuale con un rapporto ostile col padre, illustre ginecologo (ironico, vero?); il secondo è invece l'erede di un imperatore musulmano, che però ha evidenti gusti omosessuali e rifugge dal suo destino reale.
I due protagonisti fanno da ancore a personaggi secondari, le cui vite s'intrecciano in ironiche casualità con i primi e colpi di scena, sotterfugi, fughe, segreti e misteri, il tutto si mescola col tipico stile 'almodovariano', riportandoci alla colorata Spagna e alle sue eccentricità.
Interessanti gli spunti psicologici, come la sindrome di Electra e quello di Edipo; il gioco del doppio, del giorno e della notte, di ciò che è socialmente giusto e di ciò che invece va nascosto nel cuore della notte, per poi essere cancellato all'alba.

E' un po lento, ma è divertente, si prende molto in giro ed è leggero. Caotici i colori, i costumi e le scenografie, ma tipiche di quegli anni, per cui pertinenti.

Antonio Banderas era assolutamente adorabile ... vedere per credere!


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