NEVERWAS, la favola che non c'è.
C'era una volta,
un re imprigionato da una strega cattiva, nel favoloso mondo di Neverwas. Un bambino, Zachary Small avrebbe liberato il re e restituito la pace e l'armonia all'intero reame e cosi il re aspettava, aspettava e aspettava; per anni interi aspettò la sua liberazione e mentre questo era ancora prigioniero, Zachary cresceva e con gli anni dimenticò il suo ruolo e il suo compito.
Zachary Riley è ora uno psichiatra tormentato persino nel sonno, dalla morte dell'amato padre, che quando era poco più che un bambino si tolse la vita e per saperne di più sulla sua morte, decide di presentarsi come dottore, nella clinica dove il padre è stato ricoverato per tanto tempo. All'interno della clinica, gli viene affidato il caso di Gabriel Finch, che per oltre 40'anni ha fatto avanti e indietro nelle cliniche senza mai parlare con nessuno. Quando i due si incontrano scatta qualcosa e Gabriel comincia a dire cose apparentemente senza senso, molte delle quali riguardanti il libro che aveva scritto il padre di Zac, che gli aveva dato notorietà in tutto il mondo, libro dal titolo 'Neverwas'. Zac è dapprincipio scettico e si approccia a Gabriel in modo tradizionale, da vero dottore, ma quando alcune delle frasi di Gabriel ritornano come echi anche nella bocca di Maggie, vecchia amica di Zac, egli prende il libro cercando delle risposte alle sempre più numerose domande.
L'ormai noto confine tra raziocinio e follia, tra realtà e finzione varcato spesso da numerosi registi è anche qui riaffrontato da Joshua Michael Stern. La pellicola aggancia gli amanti come me del fantasy, per il desiderio di visitare il favoloso mondo di Neverwas, di scoprirne le meraviglie, ma il risultato che ci si ritrova è, a mio parere, deludente. La dolcezza del film risiede nell'illusione e nella disillusione, in quell'incanto che si spezza quando si cresce e ci si ritrova la realtà spiattellata in faccia, come qualcosa di ineluttabile e statico.
E' una pellicola dai toni vibranti, dall'ansia mista a paura e curiosità; quella sensazione di febbricitanza che prende la bocca dello stomaco e che ci fa vivere date situazioni con suspence.
Niente di eccezionale l'interpretazione degli attori principali, Aaron Eckart nei panni di Zac e Brittany Murphy in quelli di Maggie, ma come sempre azzeccata quella di Ian McKellen nel ruolo di Gabriel e di Nick Nolte in quello di T.L. Pierson.
Un po lento il ritmo, ma piacevole nel complesso.
Sembra interessante il film, anche se la tematica, sogno/realtà forse è un po abusata di questi ultimi tempi, difficile, molto difficiel da rendere bene tra l'altro, comunque appena posso lo rimedio e me lo vedo.
RispondiEliminaLa tua descrizione di questo film tra le altre cose mi fatto rivenire in mente un film che ho visto parecchio tempo fà, "in compagnia dei lupi" il genere è un pò diverso ma nei punti essenziali un pò me lo ricorda.
Ottimo!
RispondiEliminaCome credo avrai capito amo parecchio i lupi e ciò che li riguardano, quindi il fatto che mi hai consigliato un film intitolato cosi, mi spinge a vedermelo!
Comunque, in effetti la tematica è parecchio trita, ma diciamo che il messaggio principale arriva forte e chiaro!
Si avevo notto che sei un'appsaionta di tema lupesco, in compagnia dei lupi è molto bello, teoricamente dovrebbe essere un horror ma in realtà verte molto più sull'onirico. (anche se quando lo guardai pa prima volta da ragazzino ebbi gli incubi per giorni ^___^)
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