POETI DELL'INFERNO di Agnieszka Holland

La travagliata vita dei due poeti Paul Verlaine e Arthur Rimbaud, interpretati dagli stravaganti Leonardo Di Caprio e David Thewlis. Regia di Agnieszka Holland uscito nel 1995, sceneggiatura tratta dal pezzo teatrale del 1967 di Christopher Hampton, che nel film troviamo interpretare il ruolo del giudice belga è uno dei film che ho più a memoria del Liceo. Sono ovviamente rimasta sconcertata dalle scene di nudo e dalla scena di sesso tra i due protagonisti, ma forse ancor più, dalla veridicità del film in se per se. La regista infatti sembra non voler usare alcun filtro e mostra senza problemi dinamiche e intrecci di vita realmente vissuta. C'è tormento, dubbio, passione; c'è il genio che si trova conteso tra i rigidi schemi sociali e le fulgide aspirazioni artistiche, concetto immortale e immutabile, che non accenna a svanire neppure oggi. Non c'era la libertà di poter essere ciò che si era, con tutti i pro e i contro; ci si DOVEVA ACCONTENTARE a testa bassa e mostrare persino un leggero sorriso di apparente felicità, perché finché si rientrava in quei maledetti schemi, allora nessuno avrebbe detto nulla. Ma questo annientava l'essere umano, annientava l'anima ed è forse proprio questa la causa della fine dei due poeti qui in questione. La società che soffoca e lentamente uccide, che non permette di vivere, ma di sopravvivere e la rivoluzione ribollente che nasce da animi cosi fortemente motivati, nell'andare avanti.
Credo ci sia una fiamma importante in ognuno di noi e credo che, per attuare quella famosa 'svolta' che tanto si cerca, si debba tentare di ridarle vita, di soffiarci sopra per ridarle ossigeno!
Punto a sfavore del film è che forse resta troppo circospetto sui due protagonisti, non sappiamo bene chi sono, o qual'è la loro indole. Non c'è un termine di paragone, o un'evoluzione delle loro vite; si è voluto mostrare solo un periodo ben preciso e mandare solo un certo tipo di messaggi. Questo limita e soffoca eccessivamente il film.

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