La signora di Shangai












L'affascinante Michael O'hara(Orson Welles), a passeggio nel parco salva l'ammaliante Elsa(Rita Hayworth), moglie di un noto avvocato, Arthur Bannister(Everett Sloane). Quest'ultimo, colpito dal coraggio del ragazzo decide di assoldarlo per una vacanza in barca verso i meravigliosi mari caraibici. Durante il viaggio, Michael si sente sempre più un pesce fuor d'acqua e tenta in più modi di far presente, al suo "padrone", la voglia di andarsene. Arthur però lo porta a desistere, anche se Michael resta per l'amore che prova verso Elsa. Tra i due fuggono dei baci, ma essi sono costantemente tenuti d'occhio dal maggiordomo-detective privato, che obbedisce agli ordini dell'avvocato, che vuole controllare la moglie. La situazione degenera quando Grisby, anche lui dipendente dell'avvocato, propone a Michael di guadagnare "facilmente" 5000 dollari, se solo questo lo avesse ucciso. Ma dietro l'apparente follia di Grisby c'è molto altro e da questo punto si da l'avvio a un sanguinoso caos.
Film del 1946 diretto da Orson Welles, ma uscito solo 2 anni dopo a causa di conflitti col presidente della Columbia Harry Cohn, che mostrava atteggiamenti iperprotettivi e polemiche, nei confronti della bella Hayworth.
A mio parere, si poteva far di meglio. La voce narrante è ormai chiaro essere una prerogativa dei film di Welles, come anche un certo alone giallo-dark sia nella trama, sia nei personaggi. Da notare la presenza della canzone 'Amado mio' che la Hayworth ha cantato in 'Gilda', come sottofondo nei bassi borghi dei Caraibi.
Non mi ha fatto impazzire, non ci ho trovato nulla di interessante, oltre al giallo intricato e ho trovato l'interpretazione di Welles troppo statica. Notevole invece, quella di Sloane che ricorda molto Marty Feldman di Frankenstein Junior!

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